L’odioso spettacolo che si ripete puntualmente all’arrivo dei primi caldi in tutta la nostra Regione deve finire. Non è possibile assistere inermi a questo disastro di proporzioni bibliche, a questo pericoloso impoverimento delle risorse boschive con conseguente aumento della temperatura.
La devastazione di centinaia di ettari di vegetazione e di bosco favorisce l’avanzata del fenomeno della desertificazione, poiché in molti casi, ad essere divorati dal fuoco sono boschi secolari che è impossibile rimpiazzare. Per prevenire gli incendi boschivi molto spesso sarebbe sufficiente rispettare alcune semplici norme di comportamento, così da salvaguardare un patrimonio comune inestimabile.
Ma la drammatica emergenza di questi giorni e la gravità degli eventi ancora in corso impongono un serio ripensamento sulle attività di prevenzione e intervento nella gestione degli incendi boschivi. L’urgenza di disincentivare l’incendio-business rimane la priorità assoluta, ma sono ancora molteplici le pratiche da mettere al più presto in atto.
Bisogna potenziare l’azione dei Prefetti per accelerare la realizzazione del catasto al fine di individuare con precisione i terreni, attraverso la rilevazione delle particelle e dei fogli mappali comunali, percorsi dal fuoco e di provvedere all'applicazione delle sanzioni previste dall'art.29 del D.lgs.vo n.285/1992, ed aveva proposto “di effettuare sopralluoghi dopo ogni incendio; di individuare con precisione le particelle interessate e censirle tramite apposito catasto; di inserire espressamente i vincoli richiamati dall'art. 10 della L. 353/2000 all'atto del rilascio di certificazione urbanistica, per i terreni percorsi dal fuoco, stipulare patti con enti, aziende e comunità per incentivare la salvaguardia del territorio, disinnescare il business dei roghi: queste alcune delle proposte fattibili nel breve tempo.
Va poi stigmatizzata la scarsa sensibilità del rispetto dell'ambiente, la noncuranza riposta dai proprietari nella pulizia di fondi privati.
L’incendio boschivo, sia doloso che colposo, è un delitto contro la pubblica incolumità, e come tale, è perseguito penalmente. Chi provoca un incendio è punito con la reclusione da 4 a 10 anni. Se l’incendio è cagionato per colpa, la pena è la reclusione da 1 a 5 anni.
L'importante però è che la pena sia assolutamente certa!
È evidente che la sola repressione o un maggior numero di mezzi e uomini per l’azione di antincendio da sole non possono bastano, servono soprattutto azioni adeguiate di prevenzione ed una rete di monitoraggio più efficiente.
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