venerdì 3 ottobre 2008

Senza stipendio da tre mesi...

E’ l’ennesimo campanello d’allarme in un quadro generale fatto di disagi per ritardi, cattiva gestione della spesa e sprechi.

E’ la protesta di chi lavora duramente, in un settore delicato, e con professionalità ed impegno continua a fornire un servizio socialmente importante.

Consiglieri Regionali? Figuriamoci, quelli il lavoro non sanno cos'è e lo stipendio se lo sono anche aumentato (come se già non fosse un vero "schiaffo" alla miseria della Calabria).

Direttori sanitari, amministrativi, generali o Commissari Straordinari? Macchè, anche loro hanno stipendi a cinque zeri e i loro pagamenti non ritardano neanche di un giorno.

No è la voce del terzo settore, che si leva per farsi ascoltare poiché da tre mesi, centinaia di operatori non percepiscono lo stipendio, perché l’ASP non ha pagato le fatture emesse dalle Cooperative Sociali.

Una di queste, la Cooperativa Rinascita Onlus, operante nel comprensorio melitese da vent’anni, ha tenuto presso la propria sede, più che una conferenza stampa, una chiacchierata con i corrispondenti delle più importanti testate giornalistiche locali. I dipendenti sono esasperati. Da tre mesi lavorano senza vedersi retribuito il servizio prestato presso le strutture assistenziali della Cooperativa, a Melito e Saline, e per i servizi di assistenza domiciliare.

I numeri della Rinascita sono enormi, se riferiti ad un contesto lavorativo come l’Area Grecanica, una delle aree a più alto tasso di disoccupazione: 95 tra dipendenti e collaboratori, compresi i servizi amministrativi e la governance; 138 le “utenze” attualmente servite; 51 le ditte fornitrici di servizi alla Cooperativa a vario titolo, il cosiddetto indotto. Insomma una struttura importante, che svolge un ruolo importante.

“In questo momento serissimo – affermano i dipendenti – non sappiamo veramente a chi rivolgerci. L’ASP ci rimanda di settimana in settimana ed arriverà il momento che dovremo cessare di fornire i servizi; esistono difficoltà oggettive a continuare ad oltranza senza percepire gli stipendi. Ma oltre a questo esiste un altro fattore di rischio: l’incertezza per il futuro; che succederà? I tagli che si stanno operando interesseranno anche i Servizi Sociali?”.

Azioni congiunte si stanno pianificando insieme alle altre 12 Cooperative che si trovano nelle stesse condizioni di Rinascita (provate a fare i conti di quanti stipendi sono arretrati con una media di 50 dipendenti per 13 cooperative e centinaia di fornitori!), per cercare di ottenere no più promesse, ma risoluzione del problema attualmente in essere.

“Nel ventennale della Cooperativa – concludono gli operatori sociali – nessuno dei dipendenti si aspettava di trovarsi a discutere né di stipendi arretrati, né di incertezza futura; tutti sperano di poter festeggiare con un momento convegnistico tra novembre e dicembre questo “anniversario” particolare. Chiediamo dunque ai vertici dell’Azienda Sanitaria Provinciale, nella consapevolezza che i problemi nella gestione non sono pochi, di ricordarsi dei lavoratori delle Cooperative che svolgono il loro compito con puntualità e dedizione”.

2 commenti:

Mario Alberti ha detto...

per puntualizzare, il momento di chiudere i servizi arriverà soltanto se "ci verranno chiusi i servizi".
Noi continueremo a fornire le prestazioni con gli stessi standard soggetti a piani di miglioramento come in tutte le aziende serie, anche in queste o peggiori condizioni.
Grazie Federico per aver dato spazio, in un blog "privato", alla voce del popolo dei servizi, silenzioso ( anche troppo)ma deciso a rivendicare i diritti propri e del contesto dove opera.

Anonimo ha detto...

Forse è arrivata l'ora di agire.Creiamo presidi sotto i palazzi interessati e teniano lontano con tutti i mezzi i sindacati artefici della nostra condizione.
AUTORGANIZZIAMOCI!